Ticonzero è un’associazione culturale nata nel 1995. Si occupa di musica d’avanguardia, elettronica e sperimentale.
Ha scelto da subito l’ambito della ricerca musicale ed è diventato nel tempo un luogo in cui si favoriscono gli scambi artistici, un laboratorio dove si progettano nuove produzioni e attività didattiche puntando sulla trasversalità dei linguaggi. Attraverso una fitta trama di interazioni con il teatro, la danza, le arti visive, TiConZero intercetta e rielabora gli sfaccettati segnali dell’espressione artistica che gravitano intorno alla musica.
I progetti che propone sono dedicati a quel pubblico che avverte la necessità del rinnovo dei linguaggi, che desidera espressioni di segno innovatore, che ambisce a percorsi mentali originali e prospettive alternative a quelle preconfezionate dalle logiche del consumo culturale.
Gli artisti coinvolti sono le leve emergenti di una ricerca che ha superato il confine tra la dimensione sonora e quella visiva, apprezzati in contesti istituzionali e non, sia in Italia che all’estero.
Nelle produzioni Ticonzero le tecniche di composizione ed esecuzione privilegiate conducono alla realizzazione di musiche originali, eseguite dal vivo con strumenti di varia natura: elettronici, digitali, musicali tradizionali, elettroacustici, oggetti sonori.
Ticonzero esplora la dimensione sonora attraverso le ricerche contemporanee che intrecciano i linguaggi e le pratiche, in una continua messa in discussione dei presupposti compositivi, che è poi il punto di partenza di ogni pensiero artistico votato alla sperimentazione e pienamente aperto al cambiamento.
Dal 2018 l’Associazione ha cambiato direzione artistica con Daniele Ledda. Il nuovo obiettivo della Associazione TiConZero è centrato sulle risorse artistiche e creative del territorio, non con un richiamo episodico, ma come manifestazione di un laboratorio permanente. La creazione di una rete i cui nodi sono sempre attivi nella produzione e sperimentazione. La rete in questo senso, per usare un parallelo informatico, è una rete locale. Il Festival Signal è quindi stato ribattezzato “Reload”. Reload perché è in una versione 2.0, sia per il cambio di direzione, ma anche perché ha come obbiettivo proprio quello di rivolgersi verso la creazione di una rete territoriale della produzione e sperimentazione. Lo fa anche in questa sua seconda edizione, dove quasi tutti gli artisti presenti appartengono al territorio isolano.