SILENCE
audible signals
un progetto a cura di Marco Peri per SIGNAL X
SILENCE audible signals riunisce le opere di cinque artisti e performer internazionali che indagano le possibilità espressive del silenzio da molteplici punti di ascolto.Il silenzio dalla sua dimensione di elemento impercettibile, diventa esperienza estetica, strumento per conquistare spazi di libertà nella comunicazione, una zona d’incontro e confronto per sperimentare sensazioni, emozioni e riflessioni.Non un’assenza di suoni, parole o rumori, ma un percorso sonoro che pone il silenzio al centro dell’ascolto. Opere audio e video, installazioni site specific e performance danno forma a diversi ambienti uditivi in cui muoversi o immergersi per riconnettere l’universo del silenzio all’esperienza del quotidiano.
‘There’s no such thing as silence’. J. Cage
INSTALLAZIONI
Lacrimosa, Lucilla Trapazzo – 2012
Lacrimosa è un tentativo di sinestesia sensoriale e cognitiva, riflessione e preghiera.
Il video alterna immagini in movimento e ‘freeze frame’ in sequenza sempre più rapida, si riconoscono brevissimi ritratti di persone sole, senzatetto, venditori di strada, ‘clerks’ della metropolitana di NY. Su quest’umanità dimenticata campeggiano gli occhi di due bambini, coscienza collettiva e speranza futura. Nel tempo del rumore collettivo, come il suono può influenzare la nostra esperienza visiva e affettiva?
Starting from Zero, Barbara Held – 2015
Una performance site specific entra in gioco con lo spazio acustico e si trasforma in un’installazione sonora in continua evoluzione. Il delicato, trasparente spettro sonoro del flauto viene filtrato e rinforzato e gradualmente comincia a riempire lo spazio.
“Half-intellectually and half sentimentally when the war came along I decided to use only quiet sounds. There seemed to be no truth no good in anything big in society. But quiet sounds were like loneliness or love or friendship. Permanent I thought values independent at least from Life Time and Coca-Cola.”
John Cage. “Lecture on Nothing”. Silence.
Negare la voce data // Dare la voce negata, Arturo Moya
dittico: installazione + performance
Negare la voce data
Si tratta di un’installazione interattiva che riflette sulla funzione sociale dell’arte e la forma di appropriazione dell’oggetto artistico. Il lavoro propone la negazione come atto fondamentale che la sostiene. Una serie di specchi proiettano registrazioni di discorsi pubblici che hanno in comune due condizioni: in primo luogo, essere legati a un silenzio successivo, inaspettato o consapevole, dal quale ottengono parte del suo senso attuale: parole pronunciate prima della scomparsa pubblica della figura o della sua morte. E, in secondo luogo, essere discorsi che la nostra società ha deciso di mantenere o ripetere, mettendoli in relazione alla costruzione di una identità sociale. La proposta esacerba la ripetizione intima che ha permesso loro di superare l’abbandono delle cose dette e che “scompaiono nello stesso atto che le ha pronunciate” (M. Foucault), proponendo un muro sonoro in cui l’unica possibilità di comprensione è la negazione, l’unica interazione possibile è ridurre gradualmente la voce al silenzio, qualunque sia il contenuto del discorso o la figura che lo pronuncia. Insieme con la performance “Dare voce negata” formano un dittico che riflette sia sulla violenza implicita del “dire” che sulla esplicita del silenziare.
TSP – performance installazione
TSP è una performance site-specific di sonorizzazione spaziale e improvvisazione teatrale, un’esperienza di collisione tra visione e ascolto.
Con l’uso di tecnologie immersive, lo spazio estetico della performance si amplifica confondendo nel pubblico presente i confini tra storie vissute ed esperienze condivise.
Ideazione e concept: Alessandro Olla e Marco Peri
Realizzato in collaborazione con la classe di musica elettronica del Conservatorio di Cagliari
Composizioni e sound design a cura di Andrea Deidda, Emanuele Perra, Paolo Mulas, Davide Marongiu
Voce recitante: Rita Atzeri
performer: Lucilla Trapazzo, Franco Casu